L’Italia e l’Europa sulle materie prime critiche come sono messe?
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L’Italia e l’Europa sulle materie prime critiche come sono messe?

mdo  transizione ecologica | Settembre 3, 2024

Roma, 03.09.2024 rinnovabili - I progetti di estrazione e lavorazione delle materie prime critiche e in particolare di litio, manganese, nichel e cobalto annunciati permettono all’Europa di superare di molto le quote fissate dal nuovo Regolamento sui critical raw materials. C’è da chiedersi a parte l’Italia a che punto sia il resto dell’Unione Europea sulle materie prime critiche per le batterie? Tutti gli Stati membri devono adottare e attuare misure nazionali per migliorare la raccolta dei rifiuti ricchi di materie prime critiche e garantirne il riciclaggio in materie prime critiche secondarie, e l’Italia dovrebbe fare da guida in tutto ciò.

HPP sostiene lo stesso concetto della norma sulle Materie Prime Critiche

È d’obbligo proteggere l’ambiente migliorando la circolarità e la sostenibilità delle materie prime critiche: il miglioramento della sicurezza e dell’accessibilità delle forniture di materie prime essenziali deve andare di pari passo con maggiori sforzi per mitigare qualsiasi impatto negativo per quanto riguarda i diritti del lavoro, i diritti umani e la protezione dell’ambiente.

Stato dell’arte sulle materie prime critiche per le batterie

A che punto è l’Europa nella corsa all’approvvigionamento domestico di materiali critici per la transizione? Per 4 dei critical raw materials fondamentali per l’assemblaggio di batterie – litio, manganese, nickel e cobalto – il vecchio continente è sulla buona strada. Ma per centrare gli obiettivi fissati quest’anno con il Regolamento sui CRM, approvvigionamento e riciclo di queste materie prime critiche devono ancora crescere. Ovviamente crescerà più velocemente il paese che sponsorizzerà la tecnologia che produrrà più numeri e non la tecnologia legata a lobby di palazzo e ad interessi intrecciati nelle stanze dei bottoni che quantunque siano privilegiate per potenzialità bancarie, effettivamente poi presentano il conto ai cittadini.

Paletti del Regolamento UE sulle materie prime critiche

Il Regolamento è un tassello fondamentale per garantire la sostenibilità – economica ed ambientale – di alcune industrie chiave per la transizione, a fronte della concorrenza straniera. Tra queste industrie, quella della mobilità elettrica, su cui la pressione cinese è sempre più forte.

La normativa europea sulle materie prime critiche stabilisce che, entro il 2030, per tutti i minerali individuati (sono 34 quelli “critici” e 17 quelli “strategici”) l’Europa debba coprire la domanda annua per il 10% con l’estrazione locale da miniere europee e per il 25% con il riciclo. Inoltre, il 40% delle materie prime critiche devono essere trasformate nell’UE.

Potenzialità UE al 2030 sui critical raw materials

Un rapporto di Transport & Environment (T&E) traccia il quadro della situazione per quanto riguarda i minerali chiave per l’assemblaggio di batterie. Considerando soprattutto i nuovi progetti minerari annunciati, il loro potenziale estrattivo e gli aspetti finanziari connessi agli investimenti. Si tratta di progetti di nuove miniere, di cui alcuni dedicati al litio. Da soli, questi impianti potrebbero fornire il 60% della domanda europea di litio al 2030.

Altri progetti riguardano la trasformazione dei 4 CRM. Ancora una volta, l’UE è più avanti sul fronte del litio, per il quale potrebbe riuscire a garantirsi l’80% del fabbisogno già per la fine del decennio grazie a questi nuovi impianti di trasformazione. Mentre sul nickel la percentuale scende a circa 1/3.

Per quanto riguarda il riciclo, il litio, il nichel, il cobalto e il manganese recuperati potrebbero coprire fino al 40% della domanda entro il 2030 se tutte le batterie fossero raccolte, compresi gli scarti di produzione, e questa percentuale salirebbe a più di due terzi entro il 2040, a seconda del minerale.

L’UE deve dunque mitigare i rischi per le catene di approvvigionamento legati a dipendenze strategiche al fine di migliorare la propria resilienza economica.

La Presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, ha dichiarato che la nuova legge avvicinerà l’UE alle sue ambizioni climatiche e migliorerà in modo significativo il trattamento, la lavorazione e il riciclaggio di materie prime essenziali in Europa: “Stiamo rafforzando la nostra cooperazione per ridurre l’attuale dipendenza dell’UE da uno o pochi Paesi”.

Tutti questi numeri e concetti, sottolinea T&E, sono, al momento, solo su carta. “Sebbene esista un potenziale sostanziale, molti progetti sono nelle prime fasi di sviluppo senza decisioni definitive di investimento prese o permessi garantiti. Ciò significa che un’attenzione ai migliori progetti sostenibili, come quello di HPP possono dare un forte supporto politico e una chiara strategia industriale necessaria per realizzare tale potenziale”.