Materie Prime Critiche dall’elettronica
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Materie Prime Critiche dall’elettronica

mdo  Admin | Ottobre 14, 2023

HPP per recuperare 10 miliardi di materie prime critiche

Attualmente le Materie Prime Critiche che vengono buttate ogni anno hanno un valore di circa 10 miliardi di euro.

HPP utilizza un’innovativa tecnologia unica al mondo che recupera le Materie Prime Critiche in questione, e col materiale di scarto genera energia elettrica ed idrogeno pulito.

La tecnologia HPP per una buona economia circolare recupera tutte le Materie Prime Critiche e Strategiche ad impatto zero, a differenza di molte iniziative atte al recupero delle materie prime critiche, che, inevitabilmente creano ulteriore materiale inutilizzabile da smaltire e da trattare che comunque ritornerebbe nelle discariche e che inevitabilmente contribuirebbe ad inquinare, proprio perché per smaltire, questi oggetti che possono contenere ancora sostanze pericolose per l’ambiente, necessitano di infrastrutture e modalità di trasporto particolari.

L’Europa ha esordito che è finito il tempo da perdere per costruire iniziative inefficaci del riciclo, soprattutto quello delle materie prime critiche. Difatti fino ad oggi le materie prime critiche non riciclate dai RAEE sono finite nelle discariche, privando la transizione ecologica di una fonte risolutiva economicamente sia per i territori che per la natura stessa.

Tutto il materiale elettrico e i dispositivi elettronici che vengono utilizzati fino a quando non cessano di funzionare e poi diventano rifiuti, contengono materie prime critiche per un valore stimato di oltre 10 miliardi di dollari l’anno, secondo UNITAR, l’Istituto di formazione e ricerca dell’ONU.

Sperpero di telefonia, giocattoli, cavi elettrici, sigarette elettroniche, rasoi, cuffie, computer e molti altri gadget anche se son divenuti semplicemente dei rifiuti. Del resto la tecnologia avanza sempre più, tanto da spingere a cambiare sempre più frequentemente apparecchi e prodotti elettronici con nuovi sempre più performanti. Ciascuno di essi contiene uno o più metalli tra cui oro, argento, rame, litio e molti altri ancora.

La famigerata transizione ecologica e digitale è basata in gran parte proprio da queste materie prime, per le quali è prevista una crescita della domanda che angoscia gli analisti. Trovare questi minerali a prezzi accessibili per finanziare le attuali tecnologie verdi sta diventando impossibile, proprio perché i più importanti sono concentrati in pochi paesi, che per la vendita ne dettano il prezzo e la dipendenza.

Ecco perché l’attenzione sul riciclo delle materie prime critiche sta aumentando. Del resto, lo studio ONU dimostra che esistono vere e proprie miniere abbandonate nelle discariche.

Più di un terzo dei prodotti in disuso che diventano rifiuti cosiddetti “invisibili” censiti dall’ONU proviene da informatica, giocattoli semi-elettronici, automobiline telecomandate, bambole parlanti, robot e droni. Ogni anno 7,5 miliardi di questi oggetti vengono buttati via nel mondo, ma ci sono anche quasi 900 milioni di sigarette elettroniche gettate, che in peso eguaglierebbero altre sei Torri Eiffel. Per non parlare delle 1000 tonnellate di cavi contenenti rame finiti nelle discariche l’anno scorso, avrebbero potuto avvolgere il Mondo 111 volte.

Oramai si è compreso che le Materie Prime Critiche sono risorse a rischio di approvvigionamento nelle catene di fornitura europee. Litio, tungsteno, fosforo e cobalto: sono soltanto alcune di queste materie che risultano fondamentali per lo sviluppo economico dei settori strategici delle energie rinnovabili, della mobilità elettrica, dell’elettronica, dell’aerospazio e della difesa. Poiché si tratta di risorse scarse e concentrate in pochi Paesi nel Mondo, per evitare nuove dipendenze da paesi terzi, l’economia circolare gioca un ruolo fondamentale per il loro recupero e riutilizzo.