Le batterie o accumulatori esausti possono diventare rifiuti pericolosi per l’ambiente, la presenza di piombo e acido solforico comporta infatti elevate eco tossicità, nocività e corrosività. Il recupero del piombo, del cadmio e delle componenti plastiche è stato importante, sia dal punto di vista ambientale sia da quello economico, ma fino ad oggi dopo l’opportuno recupero di parte di minerali contenuti nelle batterie, il rimanente della risulta delle batterie è stato smaltito direzionandolo in discariche idonee ad elevato impatto ambientale e con costi molto onerosi per lo Stato e per l’Ambiente.
Oltre alle Materie Prime Critiche, esistono le Terre Rare, ovvero quei “metalli pregiatissimi” che sono necessari alle nuove tecnologie, quindi contenuti in tutti i dispositivi elettronici che usiamo quotidianamente e divenuti ormai essenziali per supportare anche la transizione energetica dal fossile al rinnovabile.
Se vogliamo porre fine alla dipendenza dai prodotti petrolchimici e affidarci all'elettricità per modulare il caldo e il fresco nelle nostre case, per gli spostamenti ed i trasporti nonché nelle le fonti di energia, diventeremo sempre più dipendenti dai metalli che servono in tecnologia. La loro estrazione dalle riserve naturali non deve essere la strada principale per ottenerli, la svolta per un riequilibrio potrebbe derivare dal buon riciclo dei prodotti che li contengono e che sono in circolazione ed arrivano a fine vita col prodotto usato.
Dalle batterie ormai inutilizzabili con HPP si può ottenere manganese - cobalto - nichel - litio ed altri, i materiali recuperati in questo modo possono essere reintrodotti nella filiera nazionale ed utilizzati anche come componenti per nuovi prodotti e nuove batterie o dispositivi elettronici, segnando così, la strada per un’economia circolare sostenibile ad impatto zero giacchè la tecnologia HPP produce il vero Oro perché non produce scarti.
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